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PP593
Analítico de Periódico



CENDON, Paolo, e outro
Verso una nuova stagione (esistenzialista) del diritto privato / Paolo Cendon, Natalino Sapone
La Nuova Giurisprudenza Civile Commentata, Padova, a.30 n.5 (maggio 2014), Parte seconda, p.247-256


DIREITO DAS OBRIGAÇÕES / Itália, RESPONSABILIDADE CIVIL / Itália, DANO DA MORTE / Itália, INDEMNIZAÇÃO POR PERDAS E DANOS / Itália

Con la sentenza n. 1361/2014 può ritenersi probabilmente chiusa l’epoca della banalizzazione delle categorie. Dovrebbe apparire ormai chiaro che le categorie non sono solo «simboli linguistici», ma sono le prospettive da cui guardare il danno. La liquefazione/banalizzazione delle categorie era funzionale alla rigorosa strategia monistica di Cass., n. 26972/2008. Il recupero di vis ontologica risponde proprio al superamento dell’impianto monista del 2008. La sentenza in commento è inequivoca nell’affermare la natura composita della – comunque – unitaria categoria del danno non patrimoniale. Natura composita e unitaria, dunque; nessuna contraddizione in ciò; anzi è questa la condizione sostanziale perché l’unitarietà non si sbricioli in mille frammenti scoordinati. Basti leggere quelle pronunce che hanno tentato davvero di fare a meno delle categorie. Sulla riacquisizione di pregnanza ontologica delle categorie, non dovrebbero esserci dubbi dopo la sentenza del 23.1.2014. Secondo questa decisione, le tre voci (biologico/morale/esistenziale) concorrono a integrare il contenuto del danno non patrimoniale. Sono le tre voci gli irrinunciabili tramiti concettuali per ragionare sul danno alla persona.