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![]() | ![]() CANALINI, Valentina I c.d. “mini-bond” e le “nuove” obbligazioni subordinate e partecipative ai sensi del decreto sviluppo / Valentina Canalini Le Nuove Leggi Civili Commentate, Milano, a.38 n.2 (marzo-aprile 2015), p.387-417 DIREITO DAS SOCIEDADES / Itália, SOCIEDADE POR ACÇÕES, FINANCIAMENTO, EMISSÃO DE OBRIGAÇÕES, DIREITO FINANCEIRO / Itália Già la riforma organica del diritto societario del 2003 aveva introdotto un nuovo modo di concepire il diritto delle società come diritto dell’impresa e del finanziamento dell’impresa, dedicando particolare attenzione alla provvista del capitale di rischio e del capitale di credito. Anche alla luce della riforma, a distanza di oltre dieci anni dalla stessa, si può ad oggi sostenere che le società di capitali, in primis, siano sempre più funzionali all’articolazione dell’iniziativa economica. Seppur a prima vista il legislatore della riforma sembrerebbe aver cercato di sovvertire lo schema tipico azione-obbligazione attraverso l’ampliamento e la diversificazione dei canali di reperimento delle risorse finanziarie per le società per azioni, è da ritenersi che la summa divisio tra capitale di rischio e capitale di credito non sia, ad oggi, completamente superata. Le esigenze di finanziamento – fondamentali per la struttura della società per azioni al fine di conseguire al meglio il proprio scopo sociale – hanno senz’altro determinato, nell’ambito della riforma societaria del 2003, l’attribuzione di una rilevanza peculiare al tema della provvista finanziaria, vedendo così il proliferare di istituti volti evidentemente a offrire una maggiore possibilità di reperire fondi sul mercato. In questa prospettiva la società per azioni assurge, più che a struttura di esercizio dell’impresa, a struttura di finanziamento per il suo esercizio: è proprio nella peculiare interrelazione tra il piano della società e quello finanziamento dell’impresa che si deve rintracciare il senso più profondo della nuova disciplina delle società per azioni. In questa presa di coscienza, il legislatore ha graduatamene riconosciuto che il processo di crescita delle imprese, siano esse di piccolo-medie o di grandi dimensioni, è legato alla capacità di reperire risorse finanziarie attraverso canali alternativi e ulteriori rispetto a quello bancario. Questo percorso intrapreso dal legislatore della riforma del diritto societario del 2003 sembra aver trovato nuovo impulso e vigore proprio nel corso degli ultimi anni, sino a sfociare nei recenti interventi normativi di cui al c.d. Decreto Sviluppo, al c.d. Decreto Destinazione Italia e da ultimo al c.d. Decreto Competitività, finalizzati ad incentivare l’accesso delle piccole-medie imprese a fonti di finanziamento alternative rispetto al canale bancario. In tale contesto, inoltre, il legislatore sembrerebbe essere intervenuto nuovamente – in modo forse non sempre consapevole – a ridefinire i contorni delle fattispecie azionaria e obbligazionaria. |